Il panorama della legislazione sul rilascio della cittadinanza italiana iure sanguinis è stato recentemente scosso dall’introduzione del Decreto Meloni e dalla nuova legge che lo accompagna. Queste modifiche hanno generato incertezza e sollevato importanti questioni legali, portando a significative pronunce da parte dei Tribunali italiani generando un nuovo scenario legislativo per il riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza.
Come cambia la legislazione in materia di cittadinanza italiana iure sanguinis. Le Pronunce Giurisprudenziali Rilevanti
Le nuove ordinanze dei Tribunali stabiliscono che:
- La cittadinanza non si può revocare per legge;
- I casi pendenti di richiesta di cittadinanza non possono essere lesi dalla nuova legge
Negli ultimi quattro mesi, 3 importanti ordinanze dei tribunali italiani hanno delineato un quadro più definito riguardo all’applicazione e alla costituzionalità del Decreto Meloni (D.L. 36/2025) relativo al riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza e del nuovo articolo 3-bis della Legge 91/92 sulla cittadinanza ovvero:
- l’Ordinanza del tribunale di Campobasso;
- l’Ordinanza del 25.06.2025 del Tribunale di Torino;
- l’Ordinanza del Primo Presidente della Suprema Corte di Cassazione
1. Ordinanza del Tribunale di Campobasso
Il Tribunale di Campobasso ha emesso una sentenza cruciale che chiarisce 2 punti fondamentali:
- La non retroattività per casi pendenti ovvero per i casi di cittadinanza iure sanguinis presentati in giudizio davanti a Tribunale italiano prima del 27 marzo 2025, per cui la nuova legge non è assolutamente applicabile. Il Ministero aveva tentato di estendere l’applicazione del D.L. 36/2025 anche a procedimenti già pendenti, ma il Tribunale ha negato tale possibilità.
- Incostituzionalità della retroattività, per cui il Tribunale ha espressamente negato l’efficacia retroattiva del Decreto Meloni (e dell’art. 3-bis L. 91/92), argomentando che ciò violerebbe principi giuridici fondamentali quali:
- L’irretroattività della legge;
- La certezza del diritto;
- I principi di proporzionalità, eguaglianza e ragionevolezza della legge, che comprimono un diritto costituzionalmente garantito come la cittadinanza.
2. Ordinanza del Tribunale di Torino
Il 17 settembre 2025, è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale l’ordinanza del 25 giugno 2025 con cui il Tribunale di Torino ha tempestivamente rinviato alla Corte Costituzionale la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 1 del D.L. 36/2025, e di conseguenza dell’articolo 3-bis della Legge 91/92. Il Tribunale di Torino ha infatti evidenziato come un abuso del Governo l’introduzione di un caso di revoca implicita della cittadinanza. Tale revoca è considerata incompatibile con gli articoli 2, 3, 22 e 117, comma 1, della Costituzione, soprattutto perché il legislatore non ha previsto un termine ragionevole e congruo per evitare gli effetti decadenziali della norma. Si prevede che la Corte Costituzionale si pronuncerà su questa questione non prima di un anno.
3. Ordinanza del Primo Presidente della Suprema Corte di Cassazione
Il Primo Presidente della Suprema Corte di Cassazione ha rimesso alle Sezioni Unite la complessa questione del famoso “minor issue“. Questa problematica riguarda la cittadinanza riconosciuta al figlio minore, il cui avo si è naturalizzato durante la sua minore età. In molti casi, infatti, gli emigrati italiani venivano naturalizzati dal paese ospitante. Ad una prima analisi ciò comporterebbe l’automatica perdita della cittadinanza del paese d’origine, ovvero l’Italia. Tuttavia, la cittadinanza iure sanguinis per filiazione da discendente italiano è un diritto che ha carattere di assolutezza, originarietà, indisponibilità e imprescrittibilità. In sintesi, la cittadinanza italiana si può perdere solo se vi si rinuncia espressamente, mentre i processi di naturalizzazione avevano una procedura automatica e di massa. Tuttavia questo tipo di riconoscimento della cittadinanza è rimesso al tribunale e per ottenerla è necessario richiedere l’intervento del Giudice.
Tradizionalmente, gran parte della giurisprudenza riteneva che la naturalizzazione non comportasse la perdita della cittadinanza del figlio minore. Tuttavia, più di recente, alcuni giudici hanno iniziato a rifiutare il riconoscimento della cittadinanza in questi casi. La decisione della Suprema Corte di Cassazione, attesa anch’essa non prima di un anno, risolverà definitivamente questa controversia.
La Cittadinanza Jure Sanguinis e la revoca implicita
Come ribadito per oltre 40 anni dalla Corte Costituzionale e dalla Corte di Cassazione, come detto la cittadinanza derivante dalla filiazione possiede caratteri di assolutezza, originarietà, indisponibilità e imprescrittibilità. Si tratta di uno status giustiziabile in ogni tempo e non definibile come esaurito o chiuso.
Il principio della discendenza interrotta e la revoca della cittadinanza per inerzia
Nel regime previgente, i soggetti nati all’estero che potevano dimostrare una discendenza ininterrotta da un cittadino italiano erano (e sono) cittadini italiani dalla nascita. Il fatto che avessero o meno agito (tramite Consolato o in giudizio) per il riconoscimento “formale” del loro status era del tutto irrilevante ai fini del riconoscimento del diritto. Erano cittadini e basta. La nuova legge, in particolare l’articolo 3-bis del D.L. 36/2025, non nega il diritto di cittadinanza ab origine, ma lo revoca per “inerzia”. Questa revoca è considerata incostituzionale perché, in precedenza, non esisteva alcun obbligo per il cittadino di compiere un’azione positiva per il riconoscimento della propria cittadinanza. La limitazione dello status di cittadino già acquisito a titolo originario, determinando una “revoca implicita”, è incompatibile con gli articoli 2, 3, 22 e 117, comma 1, della Costituzione, soprattutto in assenza di un termine congruo per manifestare la volontà di mantenere la cittadinanza italiana, il che contrasta anche con i principi europei.
Perché agire adesso: I vantaggi del ricorso di Cittadinanza immediato
Alla luce di queste vicende, lo Studio Damiani&Damiani consiglia di proseguire l’iter per il riconoscimento della cittadinanza italiana e di presentare i ricorsi adesso. Agire tempestivamente consente di godere di potenziali benefici in attesa delle pronunce definitive:
- Abrogazione della Legge: Una sentenza favorevole della Corte Costituzionale potrebbe abrogare la nuova legge, ripristinando la situazione precedente.
- Apertura di Termini Congrui: In caso di mantenimento della norma, potrebbe essere aperto un termine per coloro che intendono rivendicare la cittadinanza. Avere già pronta la documentazione e il ricorso permetterebbe di rispettare eventuali termini stringenti.
- Prevenzione di Nuove Decadenze: Presentare la domanda adesso potrebbe prevenire decadenze derivanti da ulteriori modifiche legislative che il Governo potrebbe introdurre per bypassare le sentenze della Corte Costituzionale.















