Nel testo del nuovo DPCM del Governo in tema di Smart Working è fortemente raccomandato l’invito a chiunque abbia capacità organizzativa e tecnologica tale da assicurare percentuali più elevate possibili di lavoro agile, di adottare lo smart working garantendo comunque l’accesso, la qualità e l’effettività dei servizi ai cittadini e alle imprese. L’adozione dello smart working è regolato dalle procedure semplificate varate dal Governo lo scorso febbraio.
Lo Smart Working sarà la modalità di lavoro del futuro in termini di persone, spazi di lavoro, tecnologia applicata. È lo stesso Governo che ne chiede l’incentivazione ogni volta che emana un DPCM con nuove norme per contenere l’espandersi dell’epidemia da Covid e aziende e imprese, scoperti i vantaggi offerti dal lavoro agile, c’è da scommettere chiederanno sempre di più l’adozione com’è già accaduto per Unicredit o ReteLit o +GF+.
Come cambia il lavoro a causa del coronavirus. Lo smart working nel settore dei privati
Seppure si tratti solo di una raccomandazione, i rimandi alla Legge che ha istituto e regolamentato lo Smart Workgin in Italia contenuti nel DPCM di Ottobre sono espliciti. Nel DPCM del 25 Ottobre il Governo raccomanda all’intero mondo del lavoro, alle aziende, imprese, professionisti l’utilizzo della modalità di lavoro agile da parte dei datori di lavoro privati, ai sensi dell’articolo 90 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, nonché di quanto previsto dai protocolli di cui agli allegati 12 e 13 al presente decreto, attraverso la consulenza di un esperto per l’adozione dello smart working, di:
- attuare modalità di lavoro agile, ove possano essere svolte al proprio domicilio o in modalità a distanza;
- incentivare le ferie e i congedi retribuiti per i dipendenti e di attuare gli altri strumenti previsti dalla contrattazione collettiva;
- assumere i protocolli di sicurezza anti-contagio, fermo restando l’obbligo di utilizzare dispositivi di protezione delle vie respiratorie laddove non sia possibile rispettare la distanza interpersonale di almeno un metro come principale misura di contenimento;
- siano incentivate le operazioni di sanificazione dei luoghi di lavoro, anche utilizzando a tal fine forme di ammortizzatori sociali.
La procedura semplificata per le nuove attivazioni dello smart working nel settore privato
È opportuno ricordare che la formula della procedura semplificata per l’adozione dello smart working da parte delle aziende private resterà in vigore fino a Dicembre 2020, corrispondente all’adozione dello stato di emergenza. Ma da Gennaio 2021, a meno che non sia necessario prorogare oltre lo stato di emergenza, le nuove attivazioni del lavoro agile nel settore privato dovranno seguire le regole ordinarie previste dalla legge 81/2017, che regola la collocazione dei lavoratori in smart working.
L’accordo individuale per l’adozione dello smart workgin tra azienda e lavoratore
Affinché un lavoratore dipendente privato possa essere collocato in smart working per l’adempimento delle proprie mansioni, la legge prevede che sia firmato un accordo individuale con l’ausilio di un consulente esperto di smart working tra singoli lavoratori e azienda con il quale fissare:
- le modalità di esecuzione della prestazione fuori dai locali aziendali;
- le modalità di esercizio del potere direttivo del datore;
- gli strumenti da usare per lo svolgimento delle mansioni di lavoro;
- i tempi di riposo;
- le misure da adottare per assicurare il diritto alla disconnessione.
A questo link l’approfondimento sulle procedure di adozione dello smart working per le imprese: www.damianianddamiani.com/it/smart-working
Al fine di incentivare l’adozione del lavoro agile, da Febbraio scorso grazie all’adozione dello stato di emergenza, il Governo consente di adottare la modalità di svolgimento in smart working in modo unilaterale e senza gli accordo individuale
Ecco perché il Governo raccomanda l’adozione dello smart working per il settore pubblico e privato
Le misure del Governo e le raccomandazioni contenute nel DPCM sono dettate dall’urgenza di diminuire l’affollamento nei mezzi pubblici durante le ore di punta determinato dalla presenza degli utenti che si recano al lavoro e per, di conseguenza, diminuire anche le occasioni contagio. Sebbene l’obiettivo del Governo di trasformare il 75% del lavoro in sede in lavoro agile sia rivolto alle Pubbliche Amministrazioni dello Stato, il DPCM di Ottobre contiene rimandi espliciti all’adozione del lavoro agile rivolti alle imprese, alle aziende, ai grandi studi professionali, in modo che le attività professionali previste siano svolte anche mediante modalità di lavoro agile, riunioni a distanza e l’adozione di strumenti di lavoro online, dal momento che parecchie delle mansioni affidate ai loro dipendenti possono essere eseguite anche in smart working.
Alcuni dei vantaggi immediati dello smart working e del lavoro agile nelle imprese private e nella pubblica amministrazione
Certamente lo scopo principale della sempre maggiore diffusione dello smart working, in questo momento storico, è quello di alleggerire il flusso di persone che stanno contemporaneamente in strada per ovvie esigenze improrogabili di lavoro, prima tra tutte quella di rispettare l’orario di ingresso di lavoro uguale per tutti. Infatti, nel DPCM è richiesto alle pubbliche amministrazioni di cui all’articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, l’incentivazione del lavoro agile con le modalità stabilite da uno o più decreti del Ministro della pubblica amministrazione, garantendo almeno la percentuale di cui all’articolo 263, comma 1, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.
E poi si aggiunge l’invito alle pubbliche amministrazioni e ai datori di lavoro privati, di disporre la differenziazione dell’orario di ingresso del personale, fatto salvo il personale sanitario e socio sanitario, nonché quello impegnato in attività connessa all’emergenza o in servizi pubblici essenziali.
Scopri qui gli altri vantaggi reali dello smart working per lavoratori e datori di lavoro: Booklet Smart Working
Differenza tra telelavoro e lavoro agile o smart working
Molti osservano che, in realtà, specie per le amministrazione pubbliche, quello cui si assiste non è l’implementazione dello smart working ma solo il trasferimento a casa delle normali mansioni di lavoro svolte in ufficio dal dipendente. In larga parte si tratta di telelavoro non di lavoro agile.
Tuttavia, se questo può essere vero per il datore di lavoro pubblico non lo è per quello privato, proprio in ragione dei normali accordi individuali per l’adozione del lavoro agile. Per cui in sintesi, per smart working si intendono opportunità e nuovi modelli di lavoro in grado di garantire all’impresa livelli qualitativi di produttiva, a fronte di una razionalizzazione dei costi e al lavoratore dipendente un metodo di valutazione del suo rendimento produttivo basato su un processo per obiettivi e non sul livello quantitativo di ore lavorate o dell’individuazione fissa del luogo fisico dal quale svolgere le sue mansioni di lavoro.
Certamente datore di lavoro e lavoratore devono avere le loro garanzie di rispetto dei diritti loro riconosciuti ma, a questo proposito, forse sarebbe anche utile per gli uni e per gli altri approfittare di questa situazione contingente e della procedura semplificata con la deroga agli accordi individuali per l’adozione dello smart working semplificato, per cominciare a constatare con mano quali sono i vantaggi del lavoro agile.
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