Tra i diversi scopi della Direttiva Barnier, approvata dall’UE per armonizzare le normative sul diritto d’autore nell’Unione Europea e adattarle al contesto digitale in rapida evoluzione, c’è stato quello di eliminare i monopoli dei Paesi Membri sulla gestione del copyright delle opere di cultura e creatività. Infatti, lo scopo della direttiva è stato anche quello di rafforzare i diritti degli autori e degli artisti nel mercato unico digitale, garantendo al contempo un equilibrio tra la protezione della proprietà intellettuale e la promozione dell’accesso alla conoscenza e alla cultura.
La Riforma del Copyright e le disposizioni della direttiva Barnier per la tutela delle opere degli artisti nelle piattaforme online e da parte della SIAE
Tra le disposizioni principali della Direttiva Barnier vi sono l’introduzione di nuove regole per le piattaforme online che ospitano contenuti caricati dagli utenti, come YouTube e Facebook, al fine di garantire che queste piattaforme assumano una maggiore responsabilità per i contenuti protetti da copyright. La direttiva impone alle piattaforme di adottare misure proattive per prevenire la diffusione non autorizzata di opere protette da copyright e di negoziare accordi di licenza equi e trasparenti con gli autori e gli artisti. Ciò significa che le piattaforme devono implementare sistemi di filtraggio dei contenuti e di riconoscimento automatico delle opere protette da copyright, al fine di evitare la diffusione non autorizzata di tali opere sulle loro piattaforme. Inoltre, le piattaforme sono tenute a fornire agli autori strumenti efficaci per far valere i propri diritti e ottenere una giusta remunerazione per l’utilizzo delle loro opere. Queste disposizioni sono cruciali per garantire che gli artisti siano adeguatamente compensati per il loro lavoro e che il copyright sia rispettato nel contesto sempre più complesso delle piattaforme online.
Il recepimento della direttiva sul copyright e la scomparsa del monopolio SIAE. Il caso Soundreef
Tra gli effetti della direttiva sul copyright e del suo recepimento in Italia c’è stato quello dell’introduzione di nuove eccezioni e limitazioni al diritto d’autore, al fine di garantire un equilibrio tra la protezione degli interessi degli autori e la promozione dell’accesso alla cultura e alla conoscenza per tutti. Queste eccezioni possono includere il diritto di panorama, che consente alle persone di fotografare e riprendere opere architettoniche e artistiche situate in luoghi pubblici e il diritto di parodia, che consente l’utilizzo di opere protette da copyright per scopi parodici e satirici. Ma tra gli altri e più importanti innovazioni introdotte c’è la fine del monopolio della gestione dei diritti d’autore da parte di una sola organizzazione come la SIAE in Italia
Ecco perché la Corte di giustizia Ue ha bocciato e riformato il recepimento della direttiva sul copyright in Italia
È recente, infatti, la bocciatura della Corte di Giustizia Europea della Legge che in Italia ha recepito la riforma del copyright e la relativa liberalizzazione del mercato del diritto d’autore. Infatti, i giudici europei si sono espressi contro il recepimento della Direttiva Barnier da parte dell’Italia, in quanto anche le società commerciali devono poter operare da collecting. Infatti, nella Legge di recepimento della Direttiva, l’Italia aveva liberalizzato il settore del copyright aprendo il mercato della gestione dei diritti d’autore e affiancando alla SIAE solo nuovi soggetti senza scopi di lucro, ma impedendo alle società commerciali di poter agire liberamente. Il caso è arrivato davanti alla Corte di giustizia grazie al conflitto tra Lea, una branca di Soundreef, e Jamendo, un marketplace estero del diritto d’autore con sede in Lussemburgo, che aveva fatto ingresso nel mercato italiano. Infatti, il Decreto Legislativo 35/2017, che seguiva la liberalizzazione del mercato del diritto d’autore in Italia definiva le regole operative per gli attori del settore imponendo, tra l’altro, l’obbligo di comunicare all’Agcom l’inizio delle attività di gestione dei diritti. Mentre Lea, un’organizzazione no-profit parte di Soundreef, rispettava tali requisiti Jamendo, nuova sul mercato italiano, non lo faceva e per questo motivo è stata citata in giudizio da Soundreef. Il Tribunale di Roma invece di emettere una sentenza notava una curiosa somiglianza nelle argomentazioni legali delle due parti, riconducendo la questione a come l’Italia aveva recepito la Direttiva Barnier. Di conseguenza, il caso venne deferito alla Corte di Giustizia Europea.
Il caso Soundreef che ha dato seguito alla condanna dell’UE sulla Legge di recepimento della Direttiva Barnier
La sentenza sottolinea che la legislazione italiana, non permettendo alle entità di gestione indipendenti degli altri stati membri dell’UE di offrire i loro servizi di gestione del diritto d’autore in Italia, costituisce una restrizione alla libera prestazione dei servizi. Inizialmente la legge italiana aveva eliminato i diritti esclusivi detenuti da Siae e aveva richiesto alle società di raccolta private come Soundreef, di identificare entità no-profit per agire come intermediari. Adesso questa decisione riporta la situazione al periodo antecedente al 2017, caratterizzato da frequenti dispute pubbliche tra Siae e Soundreef. Infatti:
- La decisione della Corte di Giustizia riflette le inadeguatezze, relativamente alle norme dell’UE, nel modo in cui l’Italia ha recepito la Direttiva Barnier, soprattutto nel mantenere l’esclusiva alla SIAE e permettere solo agli enti no-profit di operare.
- Questo giudizio apre il mercato italiano della gestione del diritto d’autore a tutte le entità, eliminando posizioni monopolistiche datate e adattandosi alla natura globale, veloce e interconnessa del mercato musicale attuale.
- Il verdetto è visto come potenzialmente creatore di un “far west” nel settore, che potrebbe danneggiare gli autori locali, come espresso dal Ministero della Cultura Italiano.
In conclusione, questa sentenza potrebbe avere un impatto significativo sul panorama della gestione del diritto d’autore in Italia e in Europa, favorendo un approccio di mercato più libero e inclusivo e aprendo uno scenario di dispute legali tra SIAE e diversi marketplace italiani ed esteri.