Cittadinanza italiana per discendenza senza interruzione della discendenza
La nuova riforma della legge sullo Ius Soli temperato apre nuove prospettive per l’ingresso degli stranieri nella platea della popolazione italiana. Può un bambino nato in Italia da genitori stranieri essere considerato italiano? Ma a questa domanda se ne contrappone un’altra. Può un soggetto adulto essere considerato italiano, pur essendo nato e cresciuto in un paese straniero nel quale un suo avo è emigrato a partire dal 1861 in poi?
Ius soli, nascere in Italia ed essere cittadini italiani
Cittadinanza Ius Soli Ius Sanguinis
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E’ verosimile che l’urgenza della legge di riforma per l’acquisto della cittadinanza italiana chiamata Ius Culturae, sia determinata dal progressivo calo delle nascite in Italia. La nuova legge di riforma della cittadinanza apre le porte a 800.000 nuovi cittadini italiani, nati o cresciuti in Italia da genitori stranieri ma residenti stabilmente nel nostro paese e in possesso del permesso di lungo soggiorno.
Più volte il presidente dell’Inps, Tito Boeri, ma anche gli alti prelati della Chiesa in Vaticano, hanno messo in evidenza l’importanza di avere nuovi cittadini che con le rimesse del loro lavoro, possono (e devono) sostenere il sistema pensionistico per il prossimo futuro e i consumi, oltre che rendere possibile lo svolgimento di lavori che gli italiani non sono più in grado di fare, o non vogliono più fare. Non bastano più, rispetto al passato, i giovani italiani per soddisfare la richiesta di lavori di basso rendimento ma di fatica, ancora necessari per una parte consistente della nostra economia. I giovani italiani che si laureano non possono, e non vogliono, più svolgere questi lavori anche perché, conclusi gli studi, si spostano in altri paesi a svolgere professioni di alto profilo che in Italia sono loro precluse per una serie di ragioni sociali, l’età pensionistica, l’assenza di riforme strutturali nel settore della pubblica amministrazione, i capitali investiti nell’alta finanza, le esigue risorse investite nella ricerca. Si tratta di un groviglio di meccanismi contrapposti che generano spinte centripete che disgregano la società italiana, abituata per secoli a gestire in modo corporativo le proprie risorse.
Non c’è, quindi, alcun intento buonista dietro le nuove politiche di accoglienza e di integrazione degli immigrati, ma solo la necessità di soddisfare nuove esigenze economiche e sociali. Le stesse ragioni di pragmatismo spinsero il legislatore italiano nel 1912, con la prima legge organica sulla cittadinanza, a continuare a considerare italiani i figli della prima ondata migratoria di fine 800, inizi del 900, verso le Americhe, Stati Uniti, Brasile, Venezuela, Argentina, Uruguay per consentirgli di potere rientrare sempre in Italia e per portare nel nostro paese le risorse economiche guadagnate da migranti.
Ius Sanguinis. Cittadinanza italiana per discendenza. Cittadini italiani per mezzo degli avi emigrati, pur essendo nati e cresciuti in un paese straniero
Secondo il dettato della Circolare K28 del Ministero degli Esteri, e per effetto della legge del 13 giugno n.555 del 1912, è da considerarsi italiana la prole nata in un paese straniero da un avo emigrato cittadino italiano, a patto che questi fosse ancora tale al momento della nascita dell’erede. Il riconoscimento avviene in sede giudiziale (leggi qui per scoprire come). Per effetto della sentenza della Corte Suprema di Cassazione a sezioni unite (la n. 4466 del 25 febbraio 2009), sono da considerarsi italiani anche i figli discendenti da parte di madre cittadina italiana, coniugata con uno straniero, anche prima dell’entrata in vigore della Costituzione, il 1 Gennaio del 1948, con la quale uomini e donne sono stai equiparati agli stessi diritti e agli stessi doveri. Anche in questo caso, il riconoscimento avviene in Tribunale
I nati in Italia da genitori stranieri, Ius Soli, e gli stranieri discendenti da avi italiani emigrati all’estero, Ius Sanguinis, diventano cittadini italiani per effetto delle medesime trasformazioni ed emergenze economiche. Nei confronti dei primi abbiamo pregiudizi, nei confronti dei secondi no. Chi sa o ricorda, infatti, che anche Robert de Niro è un cittadino italiano dal 2006, per effetto dei suoi avi molisani, Giovanni Di Niro e Angelina Mercurio, emigrati in America nel 1890? E che dire di Colin Firth, che ha chiesto la doppia cittadinanza dopo la Brexit ed è naturalizzato italiano per effetto dello Ius matrimoni. L’attore inglese è sposato con Livia Giuggioli, produttrice italiana, con la quale ha avuto 2 figli. L’ufficio stampa di Firth ha dichiarato: “Colin ha richiesto la doppia cittadinanza (britannica e italiana) per avere lo stesso passaporto di sua moglie e dei figli”.
Glossario:
Ius Soli o diritto del suolo. Diritto alla cittadinanza per il fatto giuridico di essere nato sul territorio di un dato Paese
Ius Sanguinis o cittadinanza di filiazione: diritto alla cittadinanza trasmesso per il fatto giuridico della nascita da genitore in possesso della stessa cittadinanza
Iure Matrimonii o cittadinanza per matrimonio con cittadino/a italiano/a: acquisita per trasmissione da parte del coniuge
Ius Culturae: cittadinanza acquisita per aver vissuto e appreso la lingua e i principi dell’ordinamento dello Stato, del quale si richiede di diventare cittadini
Cittadinanza: status o rapporto giuridico tra Cittadino e Stato. La cittadinanza da diritto della pienezza dei diritti civili e politici
Straniero: persona che non è riconosciuto cittadino del Paese in cui si trova. Le categorie di straniero in Italia sono 4:
- Cittadini europei o “comunitari” di Stati appartenenti all’UE
- Cittadini di paesi cosiddetti “terzi” extracomunitari, cittadini di paesi che non appartengono all’Unione europea
- Apolidi, persone che non hanno nessuna cittadinanza
- Rifugiati, persone che richiedono protezione internazionale e sussidiaria