Un altro obiettivo ottenuto dallo Studio Legale Damiani&Damiani si aggiunge a quelli già conseguiti, nell’ambito dell’impasse burocratica che ha sempre impedito di iscrivere all’anagrafe il convivente extracomunitario di cittadino italiano. Si tratta dell’unico modo per ottenere il permesso di lungo soggiorno per ricongiungimento, per le coppie di fatto formate da extracomunitario e cittadino italiano.
Questa volta si tratta della coppia formata da Roberto e Kamala, due ragazzi che si sono conosciuti a Milano nel 2019, lei Australiana, lui Palermitano. Roberto aveva invocato aiuto sui Social. Allo scadere dei 180 giorni del visto turistico di Kamala, i due ragazzi sono stati costretti a separarsi. Lei doveva obbligatoriamente uscire dall’Italia e tornare in Australia senza alcuna certezza che potesse tornare per vivere la sua relazione con Roberto.
L’invocazione è stata letta dall’Avvocato Irene Damiani, che si occupa da anni di diritto all’immigrazione, residenza permanente per extracomunitari, permessi di soggiorno e cittadinanza, che si è proposta per affrontare e risolvere il problema che impediva ai due ragazzi di poter vivere insieme in coppia in Italia, pur senza contrarre formale matrimonio. La pratica con la richiesta di iscrizione all’anagrafe è stata inoltrata al tribunale di Palermo ad Aprile del 2021. Nei giorni scorsi il Comune di Palermo ha iscritto all’Anagrafe la coppia e adesso Kamala ha il Permesso di Soggiorno rilasciato dall’Ufficio Immigrazione della Questura.
Le sentenze dei Tribunali d’Italia che ordinano ai Comuni l’iscrizione all’Anagrafe dei componenti delle coppie di fatto extracomunitari
L’Australia è un paese che detiene un’impostazione del diritto all’immigrazione molto rigida. In Italia le politiche migratorie sono un po’ più mitigate, ma pur sempre ferree. Nel caso dei 2 ragazzi dopo la sentenza favorevole si aspetta l’iscrizione ai registri dell’anagrafe del Comune, per poi richiedere il Permesso di Soggiorno all’Ufficio Immigrazione della Questura. Intanto, il nucleo familiare è stato costituito con il patto di convivenza ed è stato iscritto a Milano, sede del consolato australiano in Italia. Kamala e Roberto adesso sono a Palermo, in attesa dell’iscrizione ai registri anagrafici di Kamala e del Permesso di Soggiorno grazie al quale la ragazza potrà cominciare a studiare e cercare lavoro. Inoltre, grazie all’apertura degli ingressi post Covid in Australia, potrà anche tornare a riabbracciare la sua famiglia dopo 1 anno e mezzo senza che questo pregiudichi il suo rientro in Italia.
Le altre sentenze di successo che hanno determinato il riconoscimento del permesso di soggiorno per le coppie binazionali
Non è la prima volta che lo studio Damiani&Damiani ottiene sentenza favorevole per questo tipo di permesso. I Tribunali di Torino e Venezia hanno già riconosciuto il diritto all’iscrizione anagrafica del cittadino extracomunitario, in assenza di legame matrimoniale. Anche i giudici di merito della Cassazione hanno chiarito alcuni aspetti relativi al diritto di coesione e ricongiungimento per quelle famiglie binazionali non residenti, costituite da cittadino extracomunitario e cittadino italiano che non trovano il loro fondamento nel vincolo formale del matrimonio o in altri istituti più recenti come le unioni civili. In questi casi è ormai stabilito dal diritto giurisprudenziale che la coppia di fatto abbia diritto ad essere riconosciuta anche se uno dei due componenti è un extracomunitario e i Tribunali si sono spinti anche oltre, condannando i Comuni che si erano rifiutati al pagamento delle spese legali
Tuttavia, nonostante i Tribunali si siano espressi ormai più volte favorevolmente per l’iscrizione all’Anagrafe, molti Comuni continuano a rifiutare l’iscrizione costringendo le coppie a ricorrere. L’effetto è di rallentare i procedimenti perché i Tribunali si riempiono di cause intentate contro i Comuni, mentre la PA non riesce a coordinarsi bene su questo tipo di casi. Per esempio, in alcuni circostanze, come a Milano, nonostante il Tribunale abbia emesso ordine di iscrivere la coppia secondo l’istanza per cui si è ricorso, il Comune ha chiesto una nuova istanza con documenti rinnovati, costringendo la coppia a riprodurre tutti i documenti ottenuti con fatica e dispendio di risorse economiche.