Sì, è possibile ottenere il permesso di soggiorno per motivi familiari anche senza matrimonio. Grazie alla Legge Cirinnà (n. 76/2016) e alle recenti sentenze della Cassazione, il partner extracomunitario di un cittadino italiano (o UE) ha diritto al permesso di soggiorno se dimostra una stabile convivenza di fatto. La procedura richiede l’iscrizione anagrafica comune e la dimostrazione di risorse economiche sufficienti.
Il “Paradosso della Residenza”: Come risolverlo?
Tuttavia, molti Comuni rifiutano l’iscrizione anagrafica al partner straniero perché “privo di permesso di soggiorno“, bloccando di fatto la procedura (poiché la Questura richiede, a sua volta, il certificato di residenza). Questa prassi è illegittima. La legge prevede che il partner straniero possa iscriversi in anagrafe esibendo il passaporto e la dichiarazione di ospitalità. Se il Comune rifiuta, è necessario l’intervento di un legale per sbloccare la pratica con un’istanza formale o un ricorso d’urgenza.
I 3 Requisiti Fondamentali (Checklist)
Per richiedere il permesso senza sposarsi, la coppia deve soddisfare tre condizioni simultanee:
Convivenza Reale: La coppia deve vivere sotto lo stesso tetto (coabitazione).
Iscrizione all’Anagrafe: La convivenza deve essere registrata presso l’Ufficio Anagrafe del Comune di residenza (Costituzione di “Famiglia Anagrafica”).
Reddito Sufficiente: Il partner italiano deve dimostrare di poter mantenere il compagno/a (reddito minimo annuo pari all’importo dell’assegno sociale, circa 6.000€).
Durata e Convertibilità del Permesso
Il permesso di soggiorno per motivi familiari rilasciato al convivente ha solitamente la durata di 2 anni (o pari alla durata della convivenza dichiarata) e consente di:
Lavorare (dipendente o autonomo).
Iscriversi al Servizio Sanitario Nazionale.
Essere convertito in permesso per lavoro alla scadenza, se la convivenza cessa ma si ha un’occupazione.
Domande Frequenti sul Permesso per Convivenza
Si può avere il permesso di soggiorno convivendo senza sposarsi?
Sì. La legislazione italiana (in particolare la Legge Cirinnà n. 76/2016 e successive sentenze) estende il diritto al permesso di soggiorno per motivi familiari anche ai partner extracomunitari di cittadini UE che dimostrino una convivenza di fatto stabile, effettiva e regolarmente registrata all’Ufficio Anagrafe.
Cosa fare se il Comune rifiuta la residenza al partner straniero senza permesso?
Il rifiuto è spesso illegittimo. La normativa vigente consente l’iscrizione anagrafica del convivente straniero proprio ai fini della regolarizzazione. In questi casi, è necessario insistere presentando il passaporto e la dichiarazione di ospitalità, oppure presentare un’istanza formale tramite legale citando la normativa europea sulla libera circolazione dei familiari (D.Lgs 30/2007).
Quanto reddito serve per ottenere il permesso di soggiorno per convivenza?
Il partner garante (cittadino italiano o UE) deve dimostrare di possedere risorse economiche sufficienti per entrambi. Generalmente, il reddito annuo imponibile richiesto non deve essere inferiore all’importo dell’assegno sociale (circa 6.000€ l’anno, cifra soggetta a rivalutazione annuale).
Il permesso per convivenza permette di lavorare?
Sì, assolutamente. Il permesso di soggiorno per motivi familiari rilasciato al convivente consente lo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa (sia subordinata che autonoma) e permette l’iscrizione alle liste di collocamento (Centro per l’Impiego) e al Servizio Sanitario Nazionale.












