esercizio abuso posizione dominante
L’Antitrus UE contro l’esercizio di abuso di posizione dominante delle grandi holding del web, Apple, Google, Amazon.
L’Antirust della Commissione UE ha chiesto al Granducato del Lussemburgo, del quale l’attuale leader della Commissione UE Jean-Claude Juncker è stato capo del governo dal 1995 al 2013, di recuperare la somma di 250 milioni€. Il gigante di Seattle ha potuto esercitare un abuso di posizione dominante rispetto ai concorrenti, perché gli è stato concesso di pagare “quattro volte in meno di tasse rispetto ad altre società” residenti nel Paese. “Una condotta illegale – spiega la commissaria UE alla concorrenza Margrethe Vestager – perché non si possono dare alle multinazionali benefici fiscali che altri non hanno”.
La replica di Amazon
La possibilità di stabilire accordi fiscali tra Governi e Aziende, chiamato tax ruling, è legale e infatti, Amazon ha risposto in un comunicato di “non aver ricevuto nessun trattamento speciale dal Lussemburgo e di aver pagato tutto il dovuto, in accordo con il Lussemburgo e con le leggi internazionali”.
Il tax ruling
Il tax ruling è un accordo stipulato per regolare le obbligazioni fiscali tra imprese e governi. In pratica, uno Stato membro si accorda con un’impresa per stabilire in anticipo le modalità con le quali calcolare l’imposta sul reddito. Sfruttando il puzzle delle norme fiscali dei 27 paesi UE, le grandi multinazionali hanno potuto risparmiare milioni sulle tasse per la loro attività, spostando le loro sedi principali nei paesi con un tax ruling vantaggioso. È stato il caso di Apple con l’Irlanda, di Google e adesso di Amazon con il Lussemburgo.
Le mosse della Commissione Europea
La Commissione ha presentato nel 2015 il pacchetto trasparenza per i tax ruling, per contrastare con una nuova strategia l’abuso di posizione dominante e il risparmio di milioni di euro da parte delle multinazionali. Il pacchetto trasparenza è in vigore dal 2016 e contiene norme per aumentare la trasparenza fiscale e contrastare l’erosione della base imponibile. Il pacchetto impone a tutti gli Stati membri uno scambio obbligatorio e automatico di tutte le informazioni su ogni accordo fiscale con le aziende, eliminando la discrezionalità che era propria dei governi di decidere in autonomia ogni accordo in materia fiscale.
Amazon e il caso del Lussemburgo
Nel caso di Amazon, l’Antitrust UE ha chiesto al Lussemburgo di recuperare da Amazon 250 milioni di euro. Nel 2014, l’UE ha condotto un’indagine sul tax ruling tra Amazon e il Governo del Lussemburgo, deducendone che quest’ultimo aveva ridotto le tasse al colosso dell’e.Commerce mondiale senza alcuna giustificazione e consentendo ad Amazon, di spostare la maggior parte dei suoi profitti dalla società Amazon EU, soggetta alla normale tassazione, ad Amazon Europe Holding Technologies, con la quale era stato siglato il tax ruling. In particolare, il tax ruling ha appoggiato il pagamento di una royalty da Amazon EU ad Amazon Europe Holding Technologies, che ha significativamente ridotto i profitti tassabili. Secondo la Commissione, il pagamento della royalty sostenuto dal tax ruling, non rifletteva “la realtà economica del mercato”.
Il caso Apple e l’Irlanda
Un anno fa era stata la Apple ad essere colpita dalle indagini dell’Antitrust. In quel caso la Commissione UE ha chiesto all’Irlanda di recuperare 13 miliardi di euro. Dublino non ha ancora ottemperato all’obbligo disposto dall’UE e la Commissione ha deciso di deferire l’Irlanda alla Corte UE per non aver recuperato la somma. Nel frattempo, secondo quanto stabilito dalla Commissione UE, Apple continuerà ad esercitare un abuso di posizione dominante. “L’Irlanda non ha mai accettato l’analisi della Commissione, ma il Governo si è sempre impegnato ad assicurare il recupero – scrive oggi il Governo di Dublino in una nota, aggiungendo che giudica “estremamente deplorevole la mossa di Bruxelles”
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