Per i discendenti di italiani emigrati all’estero, il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis rappresenta molto più di un semplice adempimento burocratico. È un modo per mantenere vivo il legame con le proprie radici, con la storia familiare e con la cultura italiana. Ma è anche un’opportunità concreta per acquisire nuovi diritti e opportunità, sia in Italia che all’estero.
L’importanza della cittadinanza per i discendenti di emigrati italiani
La cittadinanza iure sanguinis è un diritto che si acquisisce per discendenza da un genitore (padre o madre) cittadino italiano, indipendentemente dalla data e dal luogo di nascita. Ecco perché moltissimi cittadini nati in paesi ad alto tasso di emigrazione dall’Italia fin dal 1860, rivendicano la cittadinanza italiana dei loro antenati immigrati italiani all’estero. I motivi sono diversi, tra i quali la possibilità di vivere e lavorare in Italia e in tutti i paesi dell’Unione Europea, l’accesso al sistema sanitario nazionale, il diritto di voto, la possibilità di ottenere un passaporto italiano, l’accesso a opportunità di studio e di lavoro, e molto altro, il ricongiungimento familiare, l’eredità e le successioni.
La cittadinanza italiana come ponte tra generazioni
Hanno diritto alla cittadinanza italiana iure sanguinis tutti i discendenti di cittadini italiani, senza limiti di generazione. Ma è importante verificare che la linea di trasmissione della cittadinanza non sia stata interrotta (ad esempio, per naturalizzazione straniera dell’avo italiano prima della nascita del figlio). Per molti discendenti di emigrati, la cittadinanza italiana è un ponte che collega il passato con il presente, consentendo di colmare la distanza tra le generazioni e di riscoprire un’identità che era stata sopita. È un modo per rivendicare le proprie origini e per contribuire alla ricchezza culturale e sociale dell’Italia, portando con sé le esperienze e le tradizioni maturate all’estero. In ogni caso, per i cittadini discendenti da italiani emigrati all’estero, la cittadinanza iure sanguinis è un diritto ed un’opportunità unica per cambiare la propria vita, per aprirsi a nuove opportunità e per rafforzare il legame con l’Italia.
Le procedure per la richiesta del riconoscimento della cittadinanza italiana
Gli adempimenti burocratici per ottenere la cittadinanza per discendenza però sono molti ed è sempre più complesso riuscire effettivamente ad avere il passaporto italiano. La prima cosa da fare è il versamento del contributo unificato di 600 euro per ciascuna domanda di accertamento, anche se richiesta con un solo atto introduttivo. Successivamente, la domanda deve essere presentata presso il Comune di residenza in Italia o presso il Consolato italiano competente per la zona di residenza all’estero. I tempi variano a seconda dei casi e degli uffici competenti, ma in generale sono necessari dai 2 ai 6 anni o più. Ecco perché, anche se non è obbligatorio, è consigliabile rivolgersi a un avvocato che si occupa di cittadinanza per ottenere assistenza e consulenza sia nella presentazione della domanda, sia nella procedura, molto più veloce, di riconoscimento della cittadinanza in Tribunale.
Infatti, la procedura consolare è sostanzialmente bloccata per via delle numerosissime richieste pervenute negli ultimi anni e per la difficoltà di reperire e far riconoscere come autentici i documenti che attestano la discendenza da avo italiano che in genere sono:
- Documenti di identità dei richiedenti e dei loro antenati italiani.
- Atti di stato civile (certificati di nascita, matrimonio, morte) dei richiedenti e dei loro antenati italiani.
- Prova della discendenza da un cittadino italiano (albero genealogico, documenti di famiglia, ecc.).
- Certificato di residenza (se residente in Italia).
Altri documenti specifici a seconda dei casi (ad esempio, sentenze di riconoscimento della filiazione, atti di naturalizzazione, ecc.).
Gli adempimenti da svolgere dopo il riconoscimento della cittadinanza italiana per discendenza
Dopo la sentenza che riconosce allo straniero discendente da avo la cittadinanza italiana, l’avvocato che ha seguito la procedura provvede a far trascrivere gli atti nel comune di nascita dell’avo italiano, insieme alla presentazione del certificato di passaggio in giudicato della sentenza che riconosce la cittadinanza, chiedendo che siano trasmessi al consolato italiano del luogo di residenza del nuovo cittadino italiano. Successivamente, dal sito del Consolato il nuovo cittadino dovrà iscriversi all’AIRE, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero, allegando i certificati trascritti e chiedere il rilascio del passaporto.
La svolta della Corte di Cassazione: una sentenza storica
Fino ad oggi, l’ottenimento della cittadinanza iure sanguinis poteva essere ostacolato da lungaggini burocratiche e interpretazioni restrittive della legge. In questo caso in particolare, l’Ufficiale di stato civile si è rifiutato di trascrivere la residenza del nuovo cittadino italiano che non aveva presentato il certificato di passaggio in giudicato della sentenza che riconosceva la cittadinanza.
La recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 2281/2025), che rappresenta una svolta storica per il riconoscimento della cittadinanza italiana iure sanguinis, semplifica significativamente il processo di riconoscimento della cittadinanza e tutela in modo più efficace i diritti dei discendenti di italiani emigrati all’estero. Infatti, la sentenza della Cassazione ha chiarito che non è necessario il certificato di passaggio in giudicato per l’esecuzione delle sentenze che riconoscono la cittadinanza iure sanguinis. La prova del passaggio in giudicato può essere fornita con qualsiasi mezzo che dimostri l’inesistenza di motivi ostativi, come ad esempio la semplice attestazione che non sono stati presentati ricorsi contro la sentenza. Questa decisione rivoluziona il processo di riconoscimento della cittadinanza per discendenza e dell’iscrizione all’anagrafe del comune in Italia, rendendolo più rapido, efficiente e accessibile. Un risultato che si deve alla tenacia di una cittadina italo-brasiliana che di fronte al rifiuto dell’Ufficiale di stato civile in Italia di trascrivere il suo riconoscimento di cittadinanza, si è rivolta tramite il suo avvocato alle autorità competenti ottenendo infine giustizia.
Cosa cambia per i discendenti di italiani all’estero
La sentenza della Corte di Cassazione ha un impatto concreto sulla vita dei discendenti di italiani emigrati all’estero, semplificando e velocizzando il processo di riconoscimento della cittadinanza.
Eliminazione di un ostacolo burocratico:
- L’eliminazione della necessità del certificato di passaggio in giudicato riduce significativamente i tempi di attesa e semplifica la procedura. Un vantaggio non da poco, considerando che l’ottenimento di tale certificato poteva richiedere mesi, se non addirittura anni, di attesa, con conseguenti costi burocratici.
Maggiore certezza del diritto:
- La sentenza della Cassazione fa chiarezza sulla documentazione necessaria per il riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis, offrendo maggiore certezza del diritto ai discendenti di italiani all’estero. Un aspetto fondamentale, soprattutto per chi vive lontano dall’Italia e deve affrontare una procedura complessa e delicata.
Un’opportunità più accessibile:
- Grazie alla semplificazione del processo, un numero maggiore di discendenti di italiani all’estero potrà beneficiare del riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis. Un’opportunità che prima poteva sembrare lontana o troppo complessa, ora diventa più concreta e alla portata di molti.
I vantaggi di un processo di riconoscimento più semplice
La semplificazione del processo di riconoscimento della cittadinanza iure sanguinis porta con sé numerosi vantaggi, sia per i singoli individui che per la comunità italiana all’estero nel suo complesso.
Riduzione dei tempi di attesa:
- Come abbiamo già visto, l’eliminazione del certificato di passaggio in giudicato riduce drasticamente i tempi necessari per ottenere il riconoscimento della cittadinanza. Un vantaggio fondamentale, soprattutto per chi ha urgenza di trasferirsi in Italia o di usufruire dei diritti connessi alla cittadinanza.
Diminuzione dei costi burocratici:
- La semplificazione del processo comporta anche una diminuzione dei costi burocratici, un aspetto da non sottovalutare, soprattutto per chi deve affrontare spese legali e amministrative per ottenere il riconoscimento della cittadinanza.
Maggiore certezza del diritto:
- La sentenza della Cassazione offre maggiore chiarezza e certezza del diritto, evitando interpretazioni arbitrarie e richieste documentali non previste dalla legge. Un aspetto fondamentale per garantire la trasparenza e l’equità del processo.
Incentivo al riconoscimento della cittadinanza:
- La semplificazione del processo può incentivare un maggior numero di discendenti di italiani all’estero a richiedere la cittadinanza. Un risultato importante per rafforzare i legami tra l’Italia e la sua diaspora nel mondo, valorizzando il contributo dei cittadini italiani all’estero alla ricchezza culturale e sociale del paese.
Rafforzamento dei legami con l’Italia:
- Un processo di riconoscimento più semplice e accessibile può contribuire a rafforzare i legami tra i discendenti di italiani all’estero e il loro paese d’origine. Un aspetto importante per promuovere la cultura italiana nel mondo, per favorire gli scambi turistici e commerciali, e per costruire un futuro di prosperità e collaborazione tra l’Italia e la sua diaspora.
Un passo avanti per la tutela dei diritti della comunità italiana all’estero
La sentenza della Corte di Cassazione rappresenta un importante passo avanti nella tutela dei diritti della comunità italiana all’estero. La sentenza sottolinea l’importanza di garantire l’effettività del diritto alla cittadinanza, un diritto fondamentale che non può essere ostacolato da interpretazioni burocratiche o da richieste documentali non previste dalla legge. Inoltre, la semplificazione del processo di riconoscimento e dell’effettività della cittadinanza va a vantaggio della comunità italiana all’estero nel suo complesso, facilitando l’esercizio dei diritti connessi alla cittadinanza e rafforzando i legami con l’Italia.