Codice crisi impresa.
È stato approvato il nuovo codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza aziendale. Il Consiglio dei Ministri lo ha approvato il 19 Gennaio del 2019, completando l’iter della legge delega 155/2017. Tuttavia, dal momento della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale passeranno 18 mesi prima che entrino completamente in vigore le nuove norme per la gestione della crisi aziendale, della ristrutturazione del debito e del fallimento dell’impresa in Italia.
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Il nuovo Codice del diritto fallimentare è stato approvato per rispondere ad un cambiamento della filosofia relativa ai soggetti non fallibili, al fallimento dell’impresa, al recupero dei crediti, agli accordi per le nuove procedure di insolvenza dell’impresa.
Con le nuove procedure concorsuali, l’impresa assume il ruolo di soggetto del mercato il cui scopo è produrre ricchezza. La legge non esclude, però, che durante la sua vita produttiva possa vivere un momento di crisi che dev’essere affrontato e risolto preferibilmente con l’intervento di un avvocato di fiducia che assista l’impresa negli accordi ristrutturazione del debito.
Ecco quali sono i punti rilevanti della riforma del diritto fallimentare
- Sostituito il termine “fallimento” con quello della “liquidazione giudiziale”;
- Introduzione delle procedure di allerta per la pronta emersione della crisi;
- Priorità di trattazione alle proposte che comportino il superamento della crisi, assicurando continuità aziendale;
- Preferenza per le procedure alternative a quelle giudiziali per la gestione della crisi con l’OCRI;
- Riduzione della durata e dei costi delle procedure concorsuali;
- Albo dei soggetti da incaricare per le funzioni di gestione e controllo delle procedure concorsuali;
- Armonizzazione delle procedure di gestione della crisi e dell’insolvenza del datore di lavoro, con forme di tutela dell’occupazione e del reddito di lavoratori.
Invece di agire con un intento punitivo e nell’interesse degli stessi creditori, prima dell’eventuale definitiva liquidazione, il nuovo codice della crisi di impresa prevede una serie di strumenti per gestisce una fase di concordato preventivo, al fine di cercare di risanare l’azienda e consentirle di continuare a svolgere il suo ruolo sociale.
Il nuovo orientamento si riscontra anche dall’utilizzo dei termini per definire le diverse fattispecie. Al posto del termine “fallimento dell’azienda” è utilizzato “liquidazione giudiziale”, come avviene già in Francia e Spagna.
Un’altra novità rilevante è costituita dal nuovo sistema di allerta, per consentire allo stesso imprenditore di far emergere la crisi che attraversa l’impresa, inserita comunque nella prospettiva del risanamento accanto al necessario soddisfacimento dei creditori e il loro recuperare dei debiti.
All’interno di questo disegno normativo della riforma del diritto fallimentare, è prevista la priorità alle proposte che comportino il superamento della crisi assicurando continuità aziendale privilegiando, tra gli strumenti di gestione dell’insolvenza, le procedure alternative a quelle delle sola “esecuzione giudiziale”.
Il quadro normativo del nuovo codice della crisi dell’impresa e dell’insolvenza disegna nuove procedure concorsuali.
L’obiettivo del nuovo Codice è quello della ricomposizione della crisi d’impresa e della maggiore tutela dei creditori, che saranno riconosciuti in un apposito organismo dal nome OCRI, cui è affidato il compito di gestire le fattispecie contingenti.
La tutela dei creditori, dei debitori e dei lavoratori
Con l’introduzione della differenza tra rischio insolvenza e insolvenza vera e propria e l’aiuto dei nuovi indici di crisi per misurare l’effettiva difficoltà finanziaria in relazione al tipo d’impresa, il nuovo codice si pone come obiettivo quello di offrire tutela a tutti i soggetti dell’impresa coinvolti nella crisi:
- Creditori
- Debitore
- Lavoratore
Dopo avere verificato le condizioni, il nuovo codice offre tutela al creditore e al debitore, limitando al massimo tutti i comportamenti che possono danneggiare gli interessi tanto dell’uno quanto dell’altro, nell’ottica del mantenimento dell’impresa e della conseguente occupazione dei lavoratori.
Le corsie preferenziali per il superamento della crisi d’azienda
Ci sono poi le corsie preferenziali previste laddove i piani di rientro dal debito elaborati, comportino il superamento della crisi d’azienda e la continuità del business. Solo se la procedura di ricomposizione della crisi non dovesse avere un riscontro positivo si potrà far ricorso ai consueti strumenti, nell’ottica della semplificazione burocratica e della riduzione dei tempi e dei costi. La procedura dei piani di rientro dalla crisi aziendale dev’essere in grado di fornire garanzie ai creditori, in cambio della riduzione del debito o dell’allungamento dei tempi per il rimborso. Una procedura che è già prevista dalla Legge 3/2012, ma solo per i soggetti dichiarati non fallibili.
L’armonizzazione delle leggi già approvate e del quadro giurisprudenziale relativo all’ex fallimento
Il Codice della Crisi d’Impresa approvato in Italia consente di superare e armonizzare tutte le precedenti leggi già approvate, ma che nel corso degli anni hanno prodotto un quadro normativo frammentato dagli interventi del giudice, causando l’incremento delle controversie pendenti e il rallentamento dei tempi di definizione delle procedure concorsuali e il recupero dei debiti.
L’unica questione che resta aperta riguarda la possibilità di far svolgere le funzioni di curatore e commissario anche ai consulenti del lavoro, che potrebbero entrare a far parte del previsto albo di soggetti abilitati su incarico del tribunale, della gestione e del controllo delle nuove procedure concorsuali.
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