Nel nostro ordinamento giuridico le modifiche al processo civile ridefiniscono il panorama legale italiano in risposta alle decisioni della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU).
Un’ulteriore e significativa innovazione, che rompe in modo considerevole la tradizionale visione del sistema giuridico e conferma che la Corte di Cassazione, in un contesto integrato a livello sovranazionale, non detiene più lo status di giudice supremo di ultima istanza. In sostanza, la riforma del processo civile introduce una nuova circostanza che permette l’annullamento di una sentenza civile grazie all’istanza presentata dagli avvocati per il ricorso alla Corte Europea. Questo può avvenire nel caso in cui il contenuto di una decisione divenuta irrevocabile, sia poi stato dichiarato dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo totalmente o parzialmente in contrasto con la Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo o uno dei suoi Protocolli.
La normativa del 2023 ha introdotto la necessità di conformare le sentenze non solo alle leggi nazionali, ma anche ai principi e alle norme stabiliti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e della Corte CEDU. Ciò significa, la possibilità di riesaminare e potenzialmente annullare le decisioni giudiziarie considerate definitive con il ricorso alla Corte Europea CEDU.
Ricorso CEDU – Obiettivi principali della revisione e del ricorso della sentenza della Cassazione alla Corte EDU in Europa
L’introduzione del ricorso alla CEDU, fa parte del processo di semplificazione e velocizzazione del processo di esecuzione civile. Le novità introdotte dalla riforma comprendono:
- Riduzione dei tempi di esecuzione grazie a procedure più snelle e dirette.
- Rafforzamento del ruolo della Corte EDU nel processo di esecuzione civile.
- Introduzione di nuovi strumenti per la tutela dei diritti umani.
Queste novità promettono di portare notevoli miglioramenti nel panorama legale italiano, rendendo il sistema giuridico più efficiente e rispettoso dei diritti umani.
Contenuti dei principali provvedimenti adottati che consentono l’opposizione alla Corte EDU. Il ruolo degli Avvocati per Ricorso alla Corte Europea
Il processo di esecuzione civile vuole garantire il rispetto delle decisioni della Corte CEDU. Tra questi, si evidenziano:
- L’introduzione di una nuova procedura per l’esecuzione delle decisioni CEDU, che garantisce un’esecuzione più rapida e diretta.
- Il rafforzamento della tutela dei diritti umani nel processo di esecuzione civile, attraverso la previsione di specifici rimedi per la violazione dei diritti garantiti dalla CEDU.
- La previsione della revisione europea delle sentenze nazionali anche giudicate al massimo gradi di giudizio interno, ovvero in Cassazione, in contrasto con la CEDU.
Questi provvedimenti rappresentano una tappa fondamentale nella riforma del processo civile italiano, assicurando una maggiore efficacia e rispetto dei diritti umani.
Il comma primo del codice di procedura penale introduce una serie di novità relative all’esecuzione delle decisioni CEDU. In particolare, prevede:
- Un procedimento di esecuzione più snello e diretto, che consente di ridurre i tempi e i costi associati all’esecuzione delle decisioni CEDU.
- La previsione di specifici rimedi per la violazione dei diritti garantiti dalla CEDU, che rafforzano la tutela dei diritti umani nel processo di esecuzione civile.
Queste novità rappresentano un passo significativo verso una maggiore efficienza e rispetto dei diritti umani nel processo di esecuzione civile, nel rispetto della Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali. Inoltre, sia il condannato sia l’individuo soggetto a misure di sicurezza, qualora abbiano confermato dalla CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) la violazione dei loro diritti, hanno la facoltà di:
- richiedere alla Corte di Cassazione la revoca della loro sentenza penale o del decreto di condanna emesso nei loro confronti;
- sollecitare la riapertura del procedimento o, in alternativa, l’implementazione di misure atte a neutralizzare gli effetti dannosi derivanti dalla violazione confermata dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo.
Inoltre sono previsti:
- La creazione di un meccanismo di revisione europea delle sentenze nazionali in contrasto con la CEDU, che garantisce una maggiore coerenza tra la giurisprudenza nazionale e quella europea.
- Il riconoscimento del diritto all’esecuzione rapida e diretta delle decisioni CEDU, che facilita l’effettiva tutela dei diritti umani.
Ecco le possibilità di azioni cautelari curate da avvocati per il ricorso alla Corte Europea e l’opposizione alle sentenze della Cassazione alla CEDU
La Riforma Cartabia introduce l’opportunità di intraprendere azioni cautelari nell’ambito dell’Unione Europea. Questo significa che un avvocato che curi il ricorso alla Corte Europea ha ora la possibilità di opporre alla Giustizia Europea le sentenza della Cassazione e ottenere sentenze vincolanti, che possono poi essere eseguite a livello nazionale. Queste opportunità sono dettagliate nel profilo dell’avvocato Irene Damiani, specialista in diritto europeo e dei diritti umani e dell’immigrazione.
Nuova disciplina sulle azioni esecutive in materia di diritti reali
Le procedure più snelle previste dalla Riforma Cartabia del Processo Civile, introducono una nuova disciplina sulle azioni esecutive in materia di diritti reali e meccanismi di tutela più efficaci di fronte alla Corte Europea CEDU. Questa novità mira a semplificare e rendere più efficace il processo di esecuzione, garantendo al contempo un maggiore rispetto dei diritti reali. La nuova disciplina prevede, tra l’altro, procedure più snelle per l’esecuzione delle decisioni CEDU e meccanismi di tutela più efficaci per i diritti reali.
Ampliamento della platea dei soggetti legittimati per proporre il ricorso CEDU
Infine, la riforma Cartabia amplia la gamma di soggetti legittimati a proporre un ricorso CEDU, che di norma sono le persone, fisiche e giuridiche che credono di aver subito una violazione dei propri diritti fondamentali previsti e contemplati dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e dai suoi protocolli aggiuntivi e interpretati dalla giurisprudenza della Corte EDU. Si tratta di una delle innovazioni più significative introdotte con la riforma Cartabia.
Prima della riforma, il diritto di proporre un ricorso alla CEDU era riservato principalmente alle persone direttamente interessate dalla decisione o dal provvedimento in questione. Tuttavia, la riforma Cartabia ha esteso questa possibilità, includendo una più ampia gamma di soggetti legittimati.
In particolare, la riforma prevede che non solo l’individuo direttamente colpito, ma anche altre figure legittimate possano sollevare il ricorso CEDU ovvero:
- La vittima indiretta, ossia quando il ricorrente abbia un interesse legittimo alla continuazione del procedimento e sia un prossimo congiunto della vittima diretta di una violazione la quale, però, è deceduta prima della presentazione del ricorso.
- La vittima potenziale, ovvero quando il ricorrente non sia il soggetto vittima diretta interessata dalla misura lamentata, ma che potrebbe diventarla successivamente alla presentazione del ricorso per comprovate ragioni e alte probabilità. È il caso, ad esempio, della violazione dei diritti all’immigrazione, quando il ricorrente è un cittadino straniero colpito da un ordine di espulsione disposto non ancora eseguito, ma la cui esecuzione espone il soggetto al rischio di subire trattamenti inumani, degradanti o tortura, nel paese di destinazione.
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FAQ Revisione delle Sentenze della Cassazione alla Corte Europea CEDU
- Cos’è il ricorso alla Corte di Giustizia Europea per la revisione delle sentenze della Cassazione? Questo ricorso permette di richiedere una revisione delle sentenze della Corte di Cassazione italiana nel caso in cui queste siano state giudicate contrarie alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo da parte della Corte Europea.
- Chi può presentare il ricorso alla Corte di Giustizia Europea? Con l’ampliamento della platea dei soggetti legittimati, il ricorso può essere presentato dalla persona direttamente interessata o, in caso di morte, da un suo congiunto per mezzo di un difensore munito di procura speciale.
- Quali sono i requisiti per presentare il ricorso alla Corte di Giustizia Europea? Il ricorso deve essere presentato personalmente dall’interessato presso la cancelleria del giudice che ha emesso la sentenza, entro 90 giorni dalla data in cui la decisione della Corte europea è divenuta definitiva.
- In quali casi è possibile presentare il ricorso alla Corte di Giustizia Europea? Quali sono i Ricorsi CEDU più ricorrenti? Il ricorso può essere presentato quando la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha accertato la violazione dei diritti riconosciuti dalla Convenzione o dai Protocolli addizionali alla Convenzione.
- Quali conseguenze ha l’accoglimento del ricorso alla Corte di Giustizia Europea? L’accoglimento del ricorso può portare alla revocazione della sentenza penale o alla riapertura del procedimento, al fine di eliminare gli effetti pregiudizievoli derivanti dalla violazione accertata.
- È possibile presentare il ricorso se la sentenza della Cassazione è definitiva? La possibilità di ricorso CEDU è anche per le sentenze passate in giudicato, purché siano state dichiarate contrarie alla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo dalla Corte Europea.
- Quali documenti devono essere presentati con il ricorso alla Corte di Giustizia Europea? Oltre alla richiesta, devono essere depositati la sentenza o il decreto penale di condanna, la decisione emessa dalla Corte europea e eventuali ulteriori atti e documenti che giustificano la richiesta.
- Cosa succede se non si rispettano i requisiti di forma previsti per la presentazione del ricorso alla Corte di Giustizia Europea? Il mancato rispetto dei requisiti di forma previsti porta all’inammissibilità del ricorso.
- La possibilità di ricorso è solo per le sentenze penali o anche per quelle civili? La Riforma Cartabia ha introdotto la possibilità di ricorso sia per le sentenze penali che per quelle civili.
- Qual è il ruolo della Corte di Cassazione nel sistema giudiziario italiano? La Corte di Cassazione non è più l’ultima istanza nel sistema giudiziario italiano. Adesso, infatti, è possibile ricorrere alla Corte di Giustizia Europea per la revisione delle sue sentenze.