A Gennaio 2019 scade la norma transitoria che dal 2011 aveva stabilito il blocco della rivalutazione della pensione ogni anno, secondo l’aumento degli indici ISTAT. Quella norma è stata molto contestata ed stata oggetto di 2 ricorsi alla Corte Costituzionale. Dopo l’ultima sentenza della Corte Costituzionale del dicembre 2017, alcuni studi legali in Italia hanno proposto ai loro assistiti il ricorso alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo – CEDU – e presumibilmente anche per questo il Governo decide di non prorogare più il blocco della perequazione pensionistica
Grazie al ricorso CEDU e l’investimento di pochi euro, ai pensionati italiani è riconosciuta la rivalutazione della pensione
Il ricorso CEDU è stato curato anche dall’avvocato Irene Damiani dello studio legale Damiani&Damiani
Il ricorso CEDU si è reso necessario perché è l’ultimo strumento giuridico utile per i pensionati, per far valere il loro diritto alla rivalutazione della pensione bloccata a più riprese dal legislatore italiano. Per effetto del ricorso CEDU, lo stesso legislatore si appresta a rendere di nuovo praticabile il diritto alla rivalutazione della pensione, anche per le pensioni più alte.
“Abbiamo puntato sul ricorso CEDU – spiega l’avvocato Irene Damiani – perché sapevamo che un’adesione in massa da parte degli aventi diritto avrebbe consentito un’azione simile ad una class-action, in modo da far valere un principio giuridico per il riconoscimento di un diritto negato a migliaia di pensionati in Italia. Un diritto che grazie al ricorso alla CEDU, è possibile vedersi riconosciuto con poche centinaia di euro, da 150 a 250€”
Il risarcimento del danno riconosciuto può variare da 8.000 fino a 25.000 euro.
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