L’opposizione e la nuova tutela della Corte di Giustizia dell’Unione Europea al Decreto Ingiuntivo rappresentano importanti sviluppi nel panorama giuridico relativo alle procedure di opposizione al decreto ingiuntivo. Grazie alle recenti novità introdotte dalla sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, che hanno valore di Legge sugli Stati Membri ed efficacia retroattiva, per tramite del loro avvocato, i debitori hanno ora maggiori possibilità di difendersi e far valere i propri diritti in caso di decreto ingiuntivo non opposto. La nuova procedura è valida per tutti i tipi di espropriazione forzata sia essa immobiliare, mobiliare o presso terzi.
La nuova tutela legale dei consumatori nei pignoramenti basati su decreto ingiuntivo
La nuova tutela dei consumatori nei pignoramenti basati su decreto ingiuntivo è stata introdotta dalla recente sentenza delle Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione, n. 9479 del 6 aprile 2023, e rappresenta un importante passo in avanti per garantire i diritti e la protezione dei consumatori, nel contesto delle procedure esecutive. La nuova tutela nasce dal principio giuridico secondo il quale le sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea hanno forza di legge per gli Stati membri e valgono retroattivamente e la Suprema Corte di Cassazione, tramite le Sezioni Unite, è intervenuto interpretando i principi fondamentali del nostro ordinamento alla luce delle sentenze della Corte di Giustizia dell’Unione Europea del maggio 2022 e garantire la tutela del consumatore in conformità al diritto europeo. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, infatti, nelle sue pronunce del 17 maggio 2022, ha stabilito che le questioni di abusività delle clausole contrattuali tra professionisti e consumatori sono soggette a giudicato, solo se sono state esaminate dal giudice o esplicitamente comunicate al consumatore. Fino a prima della predetta sentenza il pignoramento in forza di un decreto ingiuntivo esecutivo poteva essere opposto e contestato in forza di:
- Errore nella notifica del decreto ingiuntivo;
- Contestazione dei fatti e delle ragioni per le quale era stato emesso il decreto di pignoramento;
- Legittima difesa contro le pretese in base alle quali era stato emesso il decreto ingiuntivo.
La sentenza della Cassazione, la sua applicazione nelle nuove procedure di opposizione al decreto ingiuntivo e il ruolo del Giudice
Le principali novità introdotte dalla sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione, che ha ripreso il principio giuridico affermato dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea sono:
- Il cambiamento profondo del ruolo svolto finora dal Giudice per il diritto alla difesa del consumatore;
- Il termine dei 40 giorni dopo il quale se il debitore non ha provveduto ad opporsi al decreto ingiuntivo, decade ogni diritto alla difesa contro la procedura esecutiva.
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Ecco come cambia il ruolo del giudice nel garantire la tutela dei consumatori nell’opposizione tardiva al pignoramento
Il nuovo ruolo del giudice nei casi di esecuzione forzata in sintesi:
- Il giudice è tenuto a verificare d’ufficio la presenza di clausole abusive e, in caso di accertamento, a sospendere l’esecuzione del pignoramento e a consentire al debitore/consumatore di proporre un’opposizione tardiva al decreto ingiuntivo. Questo nuovo approccio rappresenta un’importante salvaguardia per i consumatori e garantisce loro una maggiore tutela e un’opportunità di difesa in più, contro procedure esecutive ingiuste o basate su contratti svantaggiosi;
- Inoltre, se il giudice del procedimento non ha compiuto questo esame, allora deve effettuarlo il giudice dell’esecuzione con una nuova istruttoria, il cui esito sarà comunicato alle parti;
- Infine, quando il giudice dell’esecuzione che ha accertato nel contratto da cui scaturisce il debito l’esistenza di clausole abusive, anche se il debitore non ha provveduto ad opporsi per tramite dell’avvocato al titolo esecutivo, è tenuto a sospendere l’esecuzione dando avviso al debitore che può proporre opposizione tardiva alla procedura esecutiva, contestare il decreto e sospendere l’esecuzione forzata fino alla conclusione della causa di opposizione.
Tipi di contratto per i quali si può opporre procedura legale tradiva oltre il termine di 40 giorni, per sospendere l’esecuzione forzata al pignoramento
La difesa legale per bloccare la procedura esecutiva di un decreto ingiuntivo avviene nel caso di contratto verbale o quando il creditore non è in grado di produrre il contratto scritto. Si tratta di un’ipotesi frequente nel caso di cessione del credito a società di cartolarizzazione/Npl. In questi casi il Giudice dell’esecuzione non potrà compiere alcun accertamento sull’eventuale esistenza di clausole abusive e, di conseguenza, non potrà disporre la vendita o l’assegnazione. Quando, invece, il decreto ingiuntivo scaturisce da contratto scritto che contiene clausole abusive, l’esecutato potrà proporre opposizione tardiva contro il decreto ingiuntivo nel termine di giorni 40 dal ricevimento dell’avviso del G.E. Infine, qualora sia già intervenuta la vendita o l’assegnazione del bene pignorato la sospensione dell’esecuzione e l’opposizione tardiva non sono possibili. In questi casi permane solo la tutela risarcitoria.
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