L’evolversi della tecnologia e delle nuove forme di comunicazione hanno reso più confuse le azioni di concorrenza sleale o illecita, e inefficaci le tradizionali forme di tutela della proprietà intellettuale con la registrazione di marchi, brevetti e copyright. La tendenza è prodotta dalla natura dell’oggetto di marchi e brevetti, sempre più immateriale, fluida, eterea, virtuale, digitale. Le informazioni riservate e il know how aziendale sono oggi a rischio di nuove forme di furti elettronici di dati, con i rischi conseguenti e appropriazioni indebite. Le imprese hanno quindi bisogno di ridefinire i propri modelli per assicurare alle loro informazioni commerciali una tutela più snella, rapida, efficace e una migliore difesa e tutela competitiva dall’illecita concorrenza o dalla concorrenza sleale, che può produrre sviamento della clientela, danni all’immagine o perdita di quote di mercato.
Come si proteggono il know how aziendale e le informazioni riservate
Il codice della proprietà industriale in Italia ha messo sotto tutela il know how aziendale, le esperienze di ricerca, produzione, commercializzazione e tecniche di vendita con l’accordo di non divulgazione e ha vietato l’utilizzo di queste informazioni da parte dei dipendenti che le avessero illecitamente raccolte o ne fossero in possesso. Ma il codice della proprietà industriale ha esteso le sazioni anche alle società concorrenti che dovessero assumere ex dipendenti di società, con lo scopo di arrecare un danno ai competitor adottando azioni di concorrenza illecita o sleale che, se adottate, sono da sottoporre al vaglio dell’autorità giudiziaria. Inoltre, l’orientamento verso nuove forme di tutela dei segreti commerciali delle aziende sono stati anche al centro dell’attenzione del legislatore europeo con la Direttiva (UE) 2016/943, cui l’ordinamento italiano ha dato attuazione offrendo tutela alle informazioni aziendali, alle esperienze tecnico industriali, alle informazioni commerciali e alla loro esigenza di segretezza commerciale. Inoltre, il decreto di attuazione D.Lgs. 63/2018 ha ampliato il divieto di acquisire, rivelare o utilizzare in modo abusivo le informazioni, introducendo espressamente alcune condotte colpose oltre a quelle dolose e rafforzando la tutela anche dal punto di vista penalistico tramite l’introduzione di misure sanzionatorie proporzionate e dissuasive in caso di condotte illecite relative all’utilizzo improprio di un marchio, di informazioni riservate, di dati protetti o di prodotti protetti, per esempio un software o la ricetta di cucina di uno chef.
Ecco come tutelare la ricetta di cucina e utilizzarla in esclusiva
Sembra un paradosso ma il caso è stato già affrontato con il brevetto della pizza a vapore. Né la pizza né la cottura al vapore sono una novità o un’esclusiva rivendicabile da parte di una singola azienda, uno chef o un’impresa. Quello che è stato tutelato e coperto da brevetto è il processo di cottura della pizza a vapore, messo a punto in 10 anni di ricerche e frutto di procedimenti coperti da segreti e informazioni riservate. Per altri versi la strada da seguire per tutelare un piatto di cucina dello chef stellato è quella del diritto d’autore, proprio come se si trattasse di un’opera d’arte figurativa come una scultura, un’opera architettonica, di design, dal valore artistico e dal carattere creativo. Lo scopo è chiaramente quello di poter godere delle royalties derivate dal proprio lavoro e ingegno creativo, qualora qualcun’altro volesse utilizzare lo stesso piatto. Un principio che può essere seguito anche per alcuni prodotti digitali intangibili, di cui facilmente ci si può appropriarsi indebitamente.
Ecco quali sono le informazioni da sottoporre a tutela
L’attualità del tema sulla tutela delle conoscenze e informazioni investe aziende relativamente piccole, ma che possono operare a livello internazionale. Diventa fondamentale che queste aziende innovative prestino attenzione alle forme di tutela da adottare per proteggere le informazioni che costituiscono un effettivo vantaggio competitivo come i segreti relativi alle ricette, quelli dei processi produttivi, quelli delle modalità di presentazione, insieme a quelle informazioni segrete e rilevanti relative alle liste dei clienti e dei fornitori, che rappresentano asset difficilmente tutelabili attraverso la tutela classica del brevetto o del diritto d’autore.
Quali sono le nuove forme di tutela per le aziende innovative
Le start-up innovative sono le aziende che hanno maggiore bisogno di sfruttare la disciplina della protezione del know-how, attraverso un proprio modello di tutela da inserire all’interno dell’organizzazione aziendale che garantisca l’individuazione, la marcatura e il riconoscimento da parte di terzi delle informazioni. L’altra forma di tutela imprescindibile sono le misure di sicurezza adeguate a protezione delle informazioni digitale come sistemi crittografati tipo la blockchain, in gradi di assicurare protezione contro il rischio di furti e appropriazioni indebite.
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