L’Italia si sta dirigendo sempre di più verso l’estensione della Cultura dell’Arbitrato, utilizzata da tempo per la Risoluzione delle controversie nelle Transazioni Commerciali Internazionali. L’idea proposta dalla Camera Arbitrale Internazionale è di puntare su incentivi fiscali e ampliamento delle materie obbligatorie nelle procedure di mediazione, come negoziazione assistita e arbitrato. Lo scopo è indurre i contraenti di un accordo commerciale contrattuale che dovessero entrare in conflitto, a un maggiore utilizzo della procedura arbitrale di mediazione.
Nei procedimenti di risoluzione delle controversie internazionali, la mediazione è uno degli strumenti legali principale utilizzato, perché consente alle parti di individuare un accordo riparatore mediato dall’esperienza e dai consigli di un avvocato commercialista che si occupa di diritto commerciale internazionale, in grado di produrre un accordo che tuteli gli interessi di entrambe le parti in causa.
Il ruolo degli avvocati commercialisti internazionali nella mediazione
L’esigenza di estendere i mercati aumenta sempre di più l’interazione tra imprese che operano tra paesi diversi, ampliando l’offerta dei diversi contratti internazionali e, di conseguenza, aumentando anche le possibilità di aprire una controversia legale difficilmente gestibile nonostante tutti i contratti prevedano in anticipo quale legge applicare al contratto internazionale.In Italia non è ancora estesa la cultura del diritto anglosassone, che presuppone un calcolo utilitaristico alla base del processo di mediazione. Il calcolo delle parti in contraddittorio riguarda i tempi del processo in tutti i suoi gradi, con una durata media di una causa civile di 7 anni, contro 240 giorni dell’arbitrato determinato per Legge. Tempi molto diversi tra i due strumenti legali, 7 anni per la Sentenza Pronunciata dal Giudice e 8 mesi per il Lodo Arbitrale che produce gli stessi effetti.
Quale legge regola i contratti commerciali internazionali
Le statistiche dicono che dopo il primo incontro tra le parti, superata la diffidenza e acquisita familiarità con l’arbitrato, gli accordi raggiunti con l’assistenza dell’avvocato mediatore raggiungono percentuali di risoluzione della controversia tra il 50% e il 65% dei casi a seconda delle materie legali trattate. Puntare sull’estensione dei procedimenti di arbitrato consente di raggiungere una giustizia efficiente, rapida, credibile e altamente specialistica. La certezza del diritto, inoltre, consente una maggiore tranquillità e sicurezza nello svolgimento delle transazioni commerciali.
Il valore della mediazione internazionale. Quale legge si applica a un contratto
Per il commercio internazionale il valore della mediazione come metodo per la risoluzione di controversie commerciali è molto alto. Nell’arbitrato le parti in lite chiedono a una terza persona di assisterle per risolvere la controversia in via amichevole. Inoltre, la mediazione è sempre più utilizzata nella pratica commerciale internazionale e domestica come alternativa al contenzioso giudiziario, perché permette di conservare i rapporti commerciali e solleva gli Stati dalle spese per l’amministrazione della giustizia. Per rendere la procedura legittima, riconoscibile e uniforme moltissimi Stati hanno sottoscritto diversi accordi e trattati alla base dei quali c’è il principio della norma quadro per gli accordi internazionali, risultanti da un metodo di risoluzione delle controversie non aggiudicativo. Un facilitatore, che non prende decisioni ma conduce le parti a trovare una soluzione soddisfacente, spesso risolvendo problemi di comunicazione, acquisisce un ruolo fondamentale per lo sviluppo di armoniose relazioni economiche e commerciali internazionali.
Il processo di comunitarizzazione del diritto internazionale privato e processuale
Il principio vale per i procedimenti di volontaria giurisdizione e ADR (risoluzioni alternative delle controversie), rendendo possibile la Mediazione Civile e Commerciale Internazionale per tutte le vertenze, che possano dare effetto all’autonomia negoziale delle parti. Ma il processo di armonizzazione e velocizzazione del diritto vale anche per i procedimenti giudiziari.
Il riconoscimento delle sentenze straniere
Il processo di comunitarizzazione del diritto ha acquisito maggiore impulso in Unione Europea, dopo l’approvazione della Convenzione di Bruxelles del 1968. La convenzione ha introdotto negli Stati come l’Italia che l’hanno sottoscritta, il principio del riconoscimento automatico della sentenza straniera senza che sia necessario il ricorso ad alcun procedimento. Il principio vige ha consentito di superare il nazionalismo giudiziario, per incentivare una vera e propria “giurisdizione europea” fondamentale per rendere fluidi i rapporti commerciali tra le imprese in Europa.